Coltivare l’Eccellenza: l’importanza della formazione continua per l’orientatore

 Settembre segna l’inizio della nuova stagione formativa proposta da Asitor. Ma perché dedicare tempo alla formazione? Come orientatori, ci troviamo quotidianamente a guidare giovani e adulti nell’individuazione del loro percorso, influenzando non solo il loro futuro, ma anche il contributo e il ruolo che avranno nella Comunità Umana. Siamo una colonia di oltre 8 miliardi di persone, e l’orientamento può avere un impatto significativo nella diffusione di una cultura che non solo rispecchi determinati valori (proattività, protagonismo, condivisione, determinazione, fiducia, ottimismo), ma favorisca anche lo sviluppo di una forma mentis in grado di rispondere efficacemente alle sfide attuali. Questa è la vera sfida dell’Orientamento: facilitare il raggiungimento di migliaia di obiettivi personali e professionali, portando alla piena espressione della propria identità.

Ecco perché la formazione riveste un ruolo cruciale. Non si tratta solo di fare, ma di essere sempre più consapevoli che le nostre azioni incidono sullo sviluppo cognitivo, valoriale, emotivo e strategico delle persone che accompagniamo. Quanto più un professionista dedica momenti alla metacognizione, tanto più riuscirà a raggiungere la dimensione dell’eccellenza, un livello in cui, pur avendo interiorizzato la competenza, questa non viene mai data per scontata, ma è costantemente allenata per renderla generativa.

Mano che aggiunge un blocco di legno con una freccia verso l'alto a una pila di blocchi, simbolo di crescita e progresso su sfondo giallo.

Ma cosa significa rendere generativa una competenza? Partendo dal presupposto che una competenza è il risultato di teoria, pratica e modalità con cui viene messa in atto (sapere, saper fare, saper essere), la dimensione dell’eccellenza impedisce di fossilizzarsi su ciò che si è già integrato nella propria identità professionale. Il professionista vive così un’evoluzione continua: le competenze sono vive e si trasformano a seconda delle esperienze e del contesto in cui si applicano. È in questo processo che si genera nuovo valore e si risponde efficacemente alle sfide che si incontrano.

Gli spazi di metacognizione permettono di osservare, ascoltare, condividere e orientare l’energia propria e del gruppo verso obiettivi specifici. Ho citato quattro verbi che rappresentano, dal mio punto di vista, la base per auto-orientarsi, una sorta di “attivazione sensoriale”. Questa attivazione può essere rivolta sia verso l’esterno, nello studio dei fenomeni, sia verso il proprio interno. Un orientatore si percepisce come un laboratorio in continua ricerca di nuove strade per svolgere al meglio la propria missione. Questa premessa è una rilettura in prosa della carta etica di Asitor. Ad esempio, l’Articolo 37 afferma che l’Orientatore Asitor, per svolgere la sua professione, deve possedere una conoscenza approfondita e continuamente aggiornata dei percorsi formativi e professionali, delle tecniche di ricerca del lavoro e delle normative di legge collegate, nonché competenze in ambito comunicativo-relazionale per gestire, con finalità orientative, le dinamiche del colloquio individuale e/o di gruppo.

lente ingrandimento per simboleggiare la ricerca e crescita

Ecco perché gli eventi formativi che proponiamo diventano un’occasione di arricchimento personale e professionale, ma anche di crescita per l’intera Comunità di Orientatori.

A breve sarà disponibile il calendario completo delle attività, perché il tempo scorre spesso troppo velocemente. Tuttavia, c’è già una data da segnare in agenda: lunedì 23 settembre, alle ore 19:00, sulla nostra piattaforma Zoom, Simone Ariot, docente, giornalista e orientatore, aprirà la stagione formativa con un incontro dedicato alla teoria delle intelligenze multiple di Gardner. Questa teoria, ampiamente riconosciuta dalla comunità psicologica, permette di definire l’intelligenza in modo non quantitativo e di valorizzare le diverse tipologie di intelligenza in ambito formativo e professionale. Un’importante risorsa per la persona e per gli orientatori, che possono così valorizzare le potenzialità individuali.

pedone di scacchi con un'ombra a forma di corona, simbolo di potenziale e crescita personale attraverso l'orientamento e la formazione.

Per invogliare la partecipazione, aggiungo alcuni spunti di riflessione. La teoria delle intelligenze multiple consente di ampliare la nostra prospettiva su come ogni essere umano sia caratterizzato da uno specifico stile di intelligenza, che influenza il modo di leggere gli eventi e di partecipare ad essi. Si tratta di schemi e mappe neuronali che permettono al soggetto di raggiungere i propri obiettivi, siano essi formativi, professionali o esistenziali. Per questo motivo, un orientatore deve porsi alcune domande chiave per facilitare l’accesso del soggetto al potenziale della propria intelligenza: Quali sono i codici che questa persona utilizza? Come affronta la risoluzione dei problemi? Dove focalizza l’attenzione rispetto alla decisione da prendere? Le risposte a queste domande permettono di entrare in sintonia cognitiva, stimolando la generazione di percorsi finalizzati alla crescita o allo sblocco di alcuni di essi.

Inoltre, è essenziale riflettere su come la teoria di Gardner rappresenti un presupposto fondamentale per l’orientamento delle persone. Ecco alcune domande da tenere presenti:

  • Come possiamo identificare le diverse tipologie di intelligenza in ciascun individuo e sfruttarle per orientare il loro percorso formativo e professionale?

 

  • In che modo il riconoscimento di una pluralità di intelligenze può arricchire il nostro approccio orientativo, favorendo l’accesso a soluzioni più personalizzate ed efficaci?

 

  • Quali strumenti possiamo utilizzare per valutare quale tipo di intelligenza predomina in una persona e come questa può influenzare le sue scelte e il suo successo?

 

  • Come l’approccio basato sulle intelligenze multiple può aiutarci a costruire un percorso di orientamento che non solo rispetti, ma valorizzi le differenze individuali?

 

  • In che modo possiamo supportare una persona nel potenziamento delle proprie intelligenze meno sviluppate, trasformando così ogni debolezza apparente in una nuova opportunità di crescita?

 

Questi spunti non solo stimolano un’analisi approfondita su come si possa utilizzare la teoria di Gardner nella propria professione, ma invitano anche a esplorare nuove modalità per accompagnare ogni persona nel riconoscere e valorizzare il proprio potenziale unico. Comprendere la diversità delle intelligenze permette di essere orientatori più efficaci, capaci di guidare le persone verso la piena realizzazione di sé in modo autentico e consapevole.

 

 

Il Presidente di Asitor

Massimo Ravasi